Descrizione
Il coreografo Roberto Zappalà sperimenta la possibilità di dialogo fra linguaggio del corpo e linguaggio poetico, accettando la sfida di trasformare in danza pura un testo drammaturgico, ispirato all’opera di Shakespeare. Cultus è un incessante scorrere coreografico, un itinerario attraverso policromi quadri emozionali, dalla felicità terrena dell’incontro e della convivenza alla gioia estatica della resurrezione passando però anche attraverso l’inevitabile sofferenza. La fisicità della danza, il suo trascendere il referenziale, ottiene il risultato di far navigare lo spettatore in un luogo “fluido” dove perdere la cognizione del tempo e contemporaneamente sentirsi partecipi di qualcosa di impegnativo e appassionante, in un’unica esperienza sensoriale. I corpi dei danzatori, donne e uomini, si abbandonano ad un movimento continuo che attraverso i corpi dei danzatori e le loro relazioni porta in scena le “passioni” dei singoli e delle moltitudini.
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