Descrizione
Un montaggio di parole, suoni e gesti attorno all’immagine di una crepa, smottamento ma anche apertura, ferita eppure feritoia per corpi che si accostano, diversi ma appartenenti allo stesso lembo: scivolano, glissano, attraversano un tempo di conservazione tra ciò che è definito vivo e ciò che è definito morto. La crepa si è aperta con il suono: schiocco, bruito o schianto. Come un evento irreversibile, ha diviso lo spazio e segnato il tempo. La crepa apre la possibilità che filtri la luce, attraverso la crepa è possibile vedere l’altro. Il lavoro di Sara Sguotti e Arianna Ulian si è mosso come si muove un materiale solido: smottando, sfregolando. Ha lasciato tracce e si è lasciato tracciare durante le residenze, dai festival e dal pubblico. Le tracce lasciate sono come detriti del corpo: capelli, gocce di sudore, unghie, pelle secca, ‘sCrePolature’. Nuove parole e nuovi movimenti raccontano l’ambivalenza di ciò che si perde, che non si vorrebbe lasciare. Tutto ciò che in un visionario processo di recupero darebbe forma a un altro corpo nostro, con nuove crepe.
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